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tratto da http://comune-info.net articolo di Marco Boschini |
La premessa, doverosa, è questa: ma noi che facciamo per ridurre l’inquinamento dell’aria?
In attesa che la politica nazionale di questo trasandato Paese si
decida a far le cose per bene, e sul serio. Che adotti cioè un’efficace
strategia complessiva, strutturale, di riduzione delle emissioni
attraverso un piano pluriennale di investimenti e scelte anche
controcorrente, finalizzata ad uscire dal sistema onnivoro che ci
distrugge distruggendo il Pianeta.
Quali sono le nostre azioni quotidiane che ci permettano di avere non
solo la coscienza pulita, ma anche la credibilità per protestare,
alzare la voce, pretendere giustamente che istituzioni e governanti
facciano finalmente la propria parte?
Io penso che sia tutto qui, il senso di un cambiamento radicale e possibile. Altrimenti non se ne esce. Perché non basta starnazzare al bar o sulle bacheche social di qualche profilo istituzionale che tutto va a rotoli,
e che la nostra salute è a rischio. Accontentarsi di puntare il dito e
cavarsela con l’italico ritornello che molti canticchiamo ogni giorno
del “tanto fa tutto schifo”. Perché dentro quel tutto, eventualmente, ci
saremmo anche noi.
Dicono gli esperti che il grosso delle polveri sottili è alimentato da caldaie e auto.
Consumi domestici e mobilità privata, insomma. E allora mi chiedo, e
chiedo a te che mi stai leggendo: quanto consumi in casa per illuminare e
riscaldare/raffrescare il tuo stile di vita? Quanto, di quel consumo, sarebbe riducibile tagliando sprechi, inefficienze ed usi impropri? Quante volte potresti rinunciare all’auto senza che nessun sindaco sceriffo debba importelo con un’ordinanza?
Non sono un ingenuo. Ed è
evidente che non bastano le scelte individuali per cambiare un sistema
che fonda la sua esistenza (e dissolutezza) in un modello di sviluppo
fallito. Serve, per l’appunto, che la politica faccia la
sua parte. A tutti i livelli istituzionali, possibilmente remando nella
stessa direzione: meno cemento e
autostrade, più trasporto pubblico ed efficienza energetica negli
edifici pubblici e privati. Autoproduzione di energia per industria e
agricoltura.
Ma nel frattempo che facciamo? Per protestare suoniamo il clacson mentre siamo in coda per il centro commerciale? È tutta qui la nostra coerenza? Il nostro coraggio?
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